mercoledì 5 maggio 2010

Guida all'interpretazione del resto. parte 1

Inverno iperattivo com'era anni che non succedeva. Ritiro spirituale, blocco dello scrittore e silenzio tombale per mesi. Un po' voluto un po' no. Finalmente, quando vado a skateare lontano da casa, sento meno parlare di me o di queste pagine per bocca di gente che non conosco. Uscito dai discorsi, i ritornelli sono sempre tristemente quelli da tempo innumerevole:

LA SCENA: Definizione che ormai affonda le radici decenni or sono ma che da allora continua ad esercitare su di me tutta la tristezza possibile. Cos'è la scena? Conosco la scena di sesso, la scena madre, la scena del crimine, la scena cruda, la scena di apertura o la scena raccapricciante, ma seppur affine a quest'ultima, non ho ben chiaro cosa sia la "scena skate". Forse individui accomunati da interessi e fini comuni? Trovatemi più di quattro persone che abbiano unità di intenti che non siano di facciata. In un paese in cui si discute per qualsiasi cosa, siano riviste di skate, video, numero di curve vs muretti di una città, gestione di un park o sponsorizzazione di un amico o qualsiasi altra minchiata, non credo esista una scena. E se anche esistesse dovrebbe avere un'altro nome.

(COLUI CHE) SI SBATTE PER LA SCENA: Un pensiero nefasto. Attenzione ad affrontare con senso critico qualsiasi argomento tiri in ballo uno degli eletti sbattitori, locali o nazionali che siano perchè nella maggior parte dei casi la risposta che sentirete sarà qualcosa tipo "Si ma lui sono anni che si sbatte per la scena, ha fatto questo quello, quell'altro, cioè è uno che si sbatte. Tu che critichi tanto, che hai fatto ?"

A nessuno è mai venuto in mente che probabilmente:

1) "la scena" non ha chiesto niente a nessuno per cui chi si crede in qualche modo martire, caritatevole benefattore o indispensabile pilastro della tavola rotelle sappia che è tutta colpa del suo ego.
2) Con tutta probabilità se non avessero fatto un cazzo, qualcuno avrebbe fatto altro al loro posto, magari chissà, addirittura meglio.
3) Fare non è per forza sinonimo di fare bene o fare la cosa giusta per cui "sbattersi per la scena" non autorizza ad essere dalla parte del giusto o esenti da critiche solo perchè "si fa invece di parlare".

(segue...)

In conclusione: si, io sono un hater, anonimo del cazzo, uno sfigato, uno che si nasconde dietro la tastiera, senza niente di meglio da fare che scrivere cazzate, capace solo di criticare, col cazzetto, senza le palle di firmare quello che scrivo, uno che probabilmente non sa nemmeno ollare. Tutto vero, se proprio ci tenete. Però ora che le banalità le ho scritte io magari provate a sforzarvi un po' di più coi ragionamenti. Alla fine tra voi c'è gente che ha studiato (e che si sbatte per la scena)